Le aspettative riguardo l’utilizzo degli strumenti di Intelligenza Artificiale connessi a meccanismi meccanici sono altissimi non stiamo parlando di computer nel senso tradizionale, ma di integrazione fra oggetti e software ovvero di Internet of Things

Presto parleremo con i nostri computer; i droni consegneranno la nostra spesa; le nostre macchine guideranno da sole tutto questo non e’ futuro, sono già tecnologie disponibili e funzionanti in molti campi.

Ma in tema di intelligenza artificiale applicata all’Hr cosa sta succedendo?

L’'intelligenza artificiale non è una persona computerizzata ma bensì una vasta gamma di algoritmi e strumenti di apprendimento automatico che possono rapidamente elaborare milioni di dati, identificare i modelli e le ricorsività e prevedere le tendenze.

I sistemi possono comprendere il parlato, identificare le foto e utilizzare sensori biometrici per raccogliere segnali sull'umore, sull'onestà e persino sulla personalità.

Questi algoritmi non sono "intuitivi" come gli esseri umani, ma sono veloci, quindi possono analizzare milioni di informazioni in pochi secondi e correlarle rapidamente con i modelli preimpostati.

I sistemi IA possono "prevedere" e "imparare" ovvero analizzare i possibili risultati e in conseguenza ottimizzando le decisioni sulla base di molti criteri. Sono già in commercio (Ibm, Pymetrics, etc.) prodotti che analizzando i dati anagrafici, le competenze possedute e le incrociando i dati con le “job description” prevedono le performance del candidato.

Vengono così eliminati tutti i "pregiudizi dell'intervista" e i "pregiudizi educativi" inerenti il processo attuale? Forse si, rimarranno però i “bias” che avremo inserito negli algoritmi di ricerca o che il software avrà sviluppato in autonomia nell’ambito delle sue analisi predittive: di certo sarà possibile accedere ad un bacino molto più ampio di candidati di quanto non si faccia oggi e nelle campagne di recruitment attuali.

Se invece pensiamo alla formazione a allo sviluppo delle Persone, abbiamo già alcuni esperimenti che prevedono di ottimizzare i tempi dedicati alla formazione sia analizzando gli stili di apprendimento e quindi offrendo a ciascuno una formazione personalizzata nelle modalità, sia pre-selezionando i microcontenuti in base al profilo individuale di apprendimento (vedi miei articoli in rete sul progetto “Capusability”)

Fin ora abbiamo parlato del presente …e il futuro?

Il futuro è apprendere tramite gli studi neuroscientifici quale sono i processi decisionale della nostra mente e sofisticare gli algoritmi di decisionali rendendoli simili al pensiero umano… realizzando un supercervello che utilizza le nostre logiche decisionali, ma con una capacità elaborativa milioni di volte superiori…uno scenario affascinante ma terrificante al tempo stesso.

 

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